I Produttori dell’Associazione DEDITUS raccontano la Vendemmia 2023 di Nebbiolo da Barolo
Abbiamo raccolto le testimonianze di 8 dei nove produttori che compongono l’Associazione DEDITUS che, moderati dal giornalista di La Stampa, Roberto Fiori, hanno raccontato il loro punto di vista sulla vendemmia del Nebbiolo da Barolo 2023.
Una vendemmia che sicuramente rimarrà impressa nella memoria dei produttori della zona. Stefano Gagliardo, Poderi Gianni Gagliardo, la definisce “una annata miracolosa” per i risultati che stanno emergendo. “Possiamo ritenerci fortunati, in Barolo” commenta Eugenio Palumbo, Vietti: “la nostra zona si è salvata rispetto agli eventi atmosferici importanti ed estremi che hanno toccato tutta Italia”. Questo “nonostante sia successo davvero di tutto”, ponendo “grandi sfide a chi lavora in vigna” sottolinea Alberto Cordero, Cordero di Montezemolo.
Un’annata “già iniziata in modo difficoltoso, dopo il 2022, anno estremamente siccitoso, quindi con le viti già in stress idrico” ricorda Lorenzo Scavino, Azelia, a cui sono seguiti eventi atmosferici estremi: un inverno e primavera eccessivamente miti, seguiti, a fine maggio, da piogge aggressive e poi nuovamente da ondate di caldo fino a giungere, nelle giornate di metà Agosto, a picchi di temperature che hanno “letteralmente cotto, sui bricchi, in determinate esposizioni, gli acini, che, già maturi, sono particolarmente sensibili”.
Un andamento che riflette il più ampio cambiamento climatico, con una estremizzazione degli eventi atmosferici.
Proprio per questi motivi, è concorde opinione che sia un’annata in cui “dipende del tutto dal produttore decidere i passi e le strategie della vendemmia e della produzione” come riassume Zvonimir Jurkovic, Poderi Luigi Einaudi.
A cominciare dai diradamenti tardivi, che, secondo Luca Sandrone, azienda Sandrone Luciano, “hanno fatto una grande differenza nella presenza di acido malico, preservando dunque l’acidità delle uve”. A seguire, una selezione degli acini ad uno ad uno: “un lavoro da chirurgo” commenta Lorenzo Scavino citando il padre Luigi, che, nell’azienda Azelia, ha portato ad un aumento del personale di un terzo rispetto agli anni passati.
Una cura e attenzione che si riflette anche nelle tempistiche della vendemmia. “Se da un lato la tendenza è quella di non avere fretta, dall’altro lato il caldo anomalo mette a dura prova la nostra esperienza” ammette Luca Sandrone. È dunque importante l’esperienza sul campo, spiega Zvonimir Jurkovic: “controllare le vigne e assaggiare le uve tutti i gironi per capire e carpire in diretta l’andamento delle singole viti, prestando attenzione anche ai cambiamenti del clima”.
“L’esperienza accumulata dalle annate precedenti, sicuramente anomale dal punto di vista climatico, unita al progressivo adattamento della vite alle nuove condizioni, sta però dando i suoi frutti” commenta Stefano Chiarlo, azienda Michele Chiarlo: “nonostante le temperature estreme, non si registra una alcolicità eccessiva, e dunque la vendemmia risulta comunque regolare nei tempi”. Dal punto di vista organolettico i vini presentano caratteristiche molto buone, conferma Alberto Cordero, con un’ottima concentrazione di colore e di aromi, alta acidità e buon tenore alcolico. Una serie di caratteristiche che non solo denotano un buon equilibrio, ma che danno soprattutto a sperare per “ottime prospettive di invecchiamento” secondo Cesare Benvenuto, a nome della Pio Cesare.
Siamo, insomma, appena all’inizio di una annata di Barolo sicuramente memorabile, le cui evoluzioni sono ancora tutte da scoprire. Le uve, i tempi e le scelte di vendemmia variano sostanzialmente secondo le aree, in primis i vicini Barbaresco e Roero, ma anche secondo i singoli suoli e le single vigne. Le vasche che sono al momento in fermentazione, quali Dolcetto e Barbera, procedono in modo meno lineare degli anni precedenti, e Alberto Cordero commenta che se “altre annate si delineano fin da subito, questa probabilmente richiederà più tempo”.
Nonostante le numerose sorprese, il clima è estremamente fiducioso, ma soprattutto incuriosito e determinato: il messaggio principale da parte di tutti è che, oggi più che mai, è il produttore, l’uomo, a fare la differenza. “Quest’anno, il risultato ottimo che otterremo, va letto con una prospettiva diversa” conclude Gianni Gagliardo, Presidente dell’Associazione DEDITUS “è un risultato della grande abilità dimostrata dai produttori del territorio. 20 anni fa un risultato simile sarebbe stato impossibile”. L’esperienza maturata, l’interesse e l’attenzione a confrontarsi, monitorare e affrontare le sfide del presente e del futuro, e soprattutto la cura e la dedizione che questi produttori mettono nei loro vini si confermano, oggi più che mai, l’eredità e il futuro del Barolo.